Ipnosi e psicoterapia a Cagliari

domenica 8 novembre 2009

Comunicazione 1: lingua parlata, non importa se italiano.

Trovo che alcune lingue, meglio di altre, si prestino alla musicalità e alla bellezza nell'ascolto. C'era una pubblicità di una macchina, tempo fa, con una voce di sottofondo che parlava una lingua bellissima, ma completamente inventata. Parole senza contenuto.

Eccola! (Grazie Andrea!)



Suona bene, è melodica e piacevole; questo perchè i colleghi pubblicitari conoscono il valore di una parola che carezza, morbida anche se non se ne conosce il significato.  Ricorda un po' la lingua di alcune creature si star wars, strano vero?
Quando volete comunicare qualcosa siete sicuri che contino solo le parole, come in un tema? Avete mai fatto caso a come parlano gli attori professionisti? Alle voci nella pubblicità alla radio? E quando non vi piace come parla un giornalista, vi siete mai chiesti perchè?
Sostanzialmente esistono molti modi di comunicare, oggi ci occuperemo del modo di parlare, un aspetto importante della parte verbale della "prossemica del linguaggio".
Avevo un amico che parlava velocissimo, la sua bocca sputava mitragliate di paroleappiccicatel'unaall'altra, di solito frasi brevi, era uno un po' taciturno. Ma come avrà fatto con la sua ragazza? Le avrà forse detto miseimancata, scusasenontihochiamato, finalmentecivediamo? O avrà forse rallentato?
Ecco, se volete comunicare qualcosa di importante fatelo piano, non siete alla radiocronaca di una partita. I migliori oratori parlano lentamente, rispettano le pause, danno accenti e "cantano la voce" per parafrasare Demetrio Stratos, uno che con la voce ci sapeva fare. Parlare lentamente (non da ebeti, si intende) non va molto d'accordo con l'ansia. Se siete persone ansiose e dovete parlare in pubblico esercitatevi nel modo di esporre il vostro discorso, ma soprattutto rilassatevi.
L'inconveniente più grande quando si parla in fretta è inciampare sulle parole. E la gente, quando accade, vi guarda in modo strano, poi dice "eh?". E a quel punto o ve ne andate con la testa bassa, o ripetete più lentamente quanto avete detto. Tanto vale farlo da subito, no?
Le pause.
Non dirò mai abbastanza...... quanto sono.. importanti...... le pause. Le pause creano aspettativa, suscitano interesse, e perchè abbiano il giusto effetto devono essere accompagnate dallo sguardo e dalla comunicazione non verbale. I silenzi incisivi di Celentano ne sono un esempio. Le pause sono come la parola "quindi". Può essere una parola decisiva, che dà un'andatura conclusiva al discorso, ma se usata ad ogni riga come intercalare, scombussola l'ascoltatore, trasformando un bel discorso in una rovina totale.
La pausa precede un'informazione rilevante, che è giusto pregustare con calma.
A me piace molto scrivere, e ve lo spiegherò con la punteggiatura.
Siete a tavola invitati dal sottoscritto. Io vi guardo, e vi dico che il menù di oggi comprende.......una g r i g l i a t a di gamberoni. Hm, sounds good?
Se invece senza guardarvi vi dicessi che il menù di oggi comprende una grigliata di gamberoni, non sarebbe molto diverso se dicessi che comprende della pasta di ieri lasciata in frigo. Il tono denota quasi disinteresse. Quei gamberoni non devono essere molto freschi, che ne dite?

Se volete comunicare bene, in modo efficace, non vi resta ora che Accentare le parole importanti. Se usato spesso diventa come un tic nervoso orribile da vedere, per cui vi metto in guardia dal diventare fanatici dell'accento. Vi spiego come funziona.  Leggete qui, meglio se ad alta voce, se non si prendono per svalvolati: intuttalastoriadelrock (boring, monotono, robotico); in tutta la storia del rock (nulla di nuovo sotto il sole); ma guardate ora: in Tutta la stOria del rOck (ohibò! C'è qualcosa di importante!).
siamo arrivati al punto cruciale: la stessa frase, pronunciata in modo diverso, trasmette un significato diverso.
Se volete diventare davvero capaci, vi consiglio di fare questo: procuratevi un qualunque strumento musicale; trovatevi la nota che corrisponde alla vostra tonalità vocale (la mia oscilla da un Ab a un Db, un intervallo di quarta senza mettermi d'impegno). Provate ora a dire una parola complessa e sufficentemente lunga (precipitosamente)  in modo che partite da una nota alta (E) pre (Eb) ci (D) pi (Db) to (C) sa (Cb) mente, scendendo per ogni sillaba di mezzo tono. Poi fate il contrario, dalla più bassa alla più alta.
L'effetto che fa è questo: quando arrivate in calare l'immagine è di una persona che si affanna e poi giunge in un posto dove dovrà fermarsi. Se invece pronunciate la parola in crescendo, la persona è giunta ma per fare qualcosa di importante.
Un altro trick di oggi è di trovare 20 modi diversi di dire "no". E' una delle cose che faceva Milton Erickson (storico ipnotista, search on google, please).  Io l'ho fatto e vi voglio dire che è un'esperienza che coinvolge tutto il corpo.

Segnalatemi se vi è stato utile questo primo capitolo sulla comunicazione, e se avete degli argomenti "hot" che volete suggerirmi.

A presto.

Dr. Delogu

Nessun commento:

Posta un commento