Ipnosi e psicoterapia a Cagliari

mercoledì 16 aprile 2014

Ipnosi istantanea: la mia esperienza.


Per diverso tempo mi sono occupato del fenomeno dell'ipnosi istantanea o ipnosi rapida, in inglese "istant induction", "speed hypnosis", "speed trance", e divenne per me un tormentone, quasi un'ossessione. Ma andiamo con ordine.
Ero già al 3° anno della scuola di psicoterapia ipnotica, avevo già visto molti video su youtube che mi lasciavano incredulo, a tratti scettico. Video come questo sotto.

Mi chiedevo: se questo tipo di ipnosi è reale, perché non la usano tutti? Se è possibile mandare in trance una persona in 2 secondi, perché non farlo sempre? 
La mia visione dell'ipnosi all'epoca era fortemente incentrata sulla tecnica, sull'eseguire i protocolli, e non sulla relazione e sul processo terapeutico. Avevo ancora bisogno di "imparare l'arte", prima di metterla da parte. 
Nella scuola di specializzazione in psicoterapia ipnotica nessuno sapeva usare quelle tecniche, né sapevano spiegare le dinamiche, e io ne ero quanto mai incuriosito.
La svolta avvenne nel congresso internazionale di ipnosi tenutosi a Roma diversi anni fa, quando un medico tenne una interessantissima relazione su questo tipo di induzione, con dimostrazioni finali. 
La sala era strapiena, a differenza di altre sale con relazioni più "impegnate" e questo mi fece pensare come gli aspetti spettacolari dell'ipnosi (e non solo) forniscano sempre un richiamo eccezionale anche per chi è già esperto del settore. 
Queste tecniche funzionano? Rispondere con un sì o con un no sarebbe troppo riduttivo. La risposta corretta è: dipende dal contesto, dal rapport, dal livello di ipotizzabilità del soggetto e da ciò che in inglese prende il nome di "confidence", cioè la ferma convinzione dell'ipnotista che il soggetto andrà in trance al 100%. La tecnica in sé è un rituale "magico" che dà sicurezza all'ipnotista, e per il soggetto ipnotizzato è come il rito dello sciamano che lo trasformerà. C'è dell'atavico, dell'ancestrale in questa forma di comunicazione.
Ma la tecnica è solo un mezzo per dare il permesso al soggetto di entrare in trance, non è un interruttore on-off. Esistono infatti tecniche di ipnosi senza contatto corporeo, senza shock, senza l'uso della parola, che in inglese prende il nome di fascination, in italiano "fascinazione", cioè mandare in trance una persona attraverso la fissazione dello sguardo (sì, come Mandrake). Guardate qui
 Tecniche da strada, da palco, ne esistono a decine se non a centinaia -e su youtube ciascuno mostra la propria personalizzata- , ma non bisogna cadere nell'errore di pensare "se muovo le mani in quel modo, lo fisso, allora va in trance", perché non è la tecnica che funziona, qualunque tecnica sia, anche la più complessa, ma il contesto di ipnosi, la sicurezza assoluta dell'ipnotista, una forte alleanza col soggetto che fanno funzionare la tecnica.
L'ipnosi funziona anche senza usare le 8-words, o arm-pull, hand shake, e questo deve far pensare che la magia non sta nella tecnica più o meno eclatante, ma in ciò che trasmette una persona a un'altra.

E' per me obbligatorio a questo punto, dopo aver praticato moltissime induzioni con le tecniche di ipnosi istantanea, spiegare perché non le applico più, salvo, su richiesta in eventi di formazione.
La ragione principale è che questo modo di fare ipnosi mette in risalto il mito del potere dell'ipnotista che è in grado di far perdere il controllo a una persona con una misteriosa tecnica, o attraverso misteriosi poteri personali. Questo è totalmente FALSO, e alimenta quelle paure popolari dell'ipnosi che con grandi sforzi cerco di contrastare col mio lavoro. Se ci fosse una persona che non crede "a quelle cose" al posto del soggetto del video sopra, vi assicuro che come il tipo sventola la mano davanti alla sua faccia, quello non aspetterebbe un solo attimo per andarsene, o per ridergli in faccia. Se un soggetto oppone resistenza, l'ipnosi non funziona.
Il secondo motivo è che per praticare queste tecniche bisogna invadere lo spazio personale dell'individuo ed esercitare un alto grado di dominio sull'altro,  e per motivi deontologici trovo questo profondamente scorretto in un contesto di psicoterapia.
Il terzo motivo è il concetto di pericolosità dell'ipnosi: chi assiste a queste scene e vede una persona a cui vuole bene crollare in avanti come l'ipnotista fa un gesto, come minimo si preoccupa, e non si sottoporrà mai a una psicoterapia che usa l'ipnosi come tecnica. Perché alle persone non piace l'idea di perdere il controllo, e a essere sincero nemmeno a me.
In conclusione, queste tecniche vanno bene solo in ambienti di spettacolo, per stupire un pubblico, e far aleggiare nell'aria il concetto di potere misterioso dell'ipnotista che ha fatto sognare scrittori e registi.
In un contesto di psicoterapia queste tecniche sono del tutto inadatte, per ragioni psicodinamiche di dipendenza dal terapeuta, per equilibri disfunzionali terapeuta troppo potente-soggetto troppo passivo, e per i limiti di queste tecniche che non funzionano coi soggetti scarsamente ipnotizzabili.
Rimane comunque un argomento estremamente affascinante, e vale la pena fermarsi a riflettere sulle possibilità della mente umana.

Dott. Delogu


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