Ipnosi e psicoterapia a Cagliari

giovedì 26 febbraio 2015

Attacchi di panico, come risolvere?

Cari lettori,
anche a Cagliari e nell'intera isola ci sono persone che soffrono di attacchi di panico. I sintomi sono prima di tutto panico più totale, a cui si aggiunge sudorazione fredda, tremori, cuore a mille, non sentirsi più in sé (depersonalizzazione) o sentire la realtà non reale (derealizzazione).
Fortunatamente esistono delle psicoterapie specifiche in grado di far sparire il sintomo, in molti casi nella mia esperienza clinica guarire proprio.
Personalmente utilizzo un mix di varie forme di psicoterapia, adattando la strategia sulla base della persona, della sua storia di vita e del contesto.
Tempi?  8-10 sedute, è la mia media, ma attenzione, è il mio personale modo di lavorare, molto pratico, concreto, fatto di esercizi, strategie, compiti a casa, compiti da eseguire fuori casa.
Si può mettere in corto circuito il sistema che innesca l'attacco di panico, e fare in modo che la persona riprenda la propria vita, la propria autonomia, la propria libertà, liberi dal sintomo.
La terapia farmacologica può essere un aiuto, sebbene non la consigli mai in prima battuta per casi del genere, perché ha lo svantaggio di legare troppo la persona al farmaco, cosa che va contro l'autonomia individuale. Ho conosciuto mie pazienti che giravano con la boccetta di Lexotan in tasca "per ogni evenienza", e ho sempre pensato che sganciarsi da un farmaco del genere era un problema in più da affrontare. Come sarebbe se ciascuno di noi avesse un Lexotan mentale, una strategia efficace, collaudata, che consente di bloccare qualunque sintomo se dovesse mai presentarsi?
Non sarebbe forse la più grande forma di controllo che chi soffre di attacchi di panico vorrebbe avere?
Quello che succede è che in poco tempo la persona sviluppa una tale consapevolezza e sicurezza che non ha più bisogno di usare la tecnica, e con un follow up di qualche seduta si può dire addio agli attacchi di panico.
Si usa l'ipnosi? Ma certo, anche quella.
Che ne dite, vale a pena provare?

Dott. Delogu

martedì 10 febbraio 2015

La manipolazione mentale

Cari lettori e lettrici,
la manipolazione è un'arte complessa che richiede abilità linguistiche e mnemoniche non indifferenti. Esistono diversi tipi di manipolazione, e ve ne parlerò in questo post.
Tipo 1: l'intrigo e il complotto:  mentire, omettere informazioni, produrre informazioni false e tendenziose  per indurre l'altro a fare qualcosa a nostro vantaggio. Bisogna avere tutto sotto controllo, una memoria d'acciaio e una gran faccia tosta. E mai fare niente per niente in cambio. Chi ci governa sa come manipolare l'informazione pubblica, come cogliere la palla al balzo per avere visibilità a spese di altri.

Tipo 2: linguaggio manipolatorio. E' un linguaggio sporco, perché non fa leva sul comportamento della persona, ma sulla persona in sé, e agisce sui sensi di colpa. Vediamolo con un esempio: la madre che dice al figlio "se io sto male è solo per colpa tua". Questo modo di comunicare, come rinfacciare le cose, genera delle dinamiche disfunzionali, dove chi si sente in colpa è portato a modificare il proprio comportamento in funzione del senso di colpa, ma attenzione, qualunque azione non è mai sufficiente per bilanciare il giudizio morale.
Altro esempio: la madre scopre per la prima volta il figlio che fuma una sigaretta e gli urla "non parlarmi mai più, da ora in avanti ti scordi il mio aiuto". Il figlio di rimando ha due scelte: o mollare la sigaretta e comportarsi da figlio ideale per chissà quanto tempo, o continuare a fumare e progettare di andare via di casa. Nella migliore delle ipotesi finchè la madre farà l'offesa qualcosa cambierà, ed è verosimile che il figlio continui a fumare di nascosto.
La comunicazione manipolatoria apparentemente modifica il comportamento, ma unendo a vissuti di rabbia e ostilità. Il pedofilo che dice alla sua vittima "se parli dirò a tutti che cosa hai fatto, a iniziare dai tuoi genitori" lo sta ricattando e manipolando allo stesso tempo, perché dà al minore la colpa di qualcosa di cui egli è l'artefice.

Tipo 3: la manipolazione in ipnosi. Parliamo delle "rapine sotto ipnosi", termine giornalistico per identificare strategie di sorpresa, confusione, misdirection, distrazione, sovraccarico cognitivo che mandano in corto circuito il sistema razionale, con comparsa di amnesia, tutto finalizzato a derubare o ingannare il prossimo. I professionisti del furto usano strategie del genere, con la variante che tutto avviene molto in fretta: ti toccano, ti parlano in una lingua mischiata all'italiano, hanno oggetti d'oro che ti distraggono, ti chiedono di cambiare soldi, e con una rapidità sorprendente ti raggirano non lasciandoti niente in tasca.
Esistono tantissime varianti, e gli stessi mentalisti usano le stesse tecniche per fregare l'orologio a ignari partecipanti al loro show. Consiglio: se vi mandano in confusione bloccate la comunicazione.

Tipo 4: Manipolazione durante lo stato di trance. In letteratura esistono pochi casi e quei pochi aneddotici, relativi a persone che in prigione sarebbero state manipolate per compiere un omicidio da un vicino che sapeva usare l'ipnosi. La letteratura scientifica afferma invece che nessuno in ipnosi può fare qualcosa contro i propri principi etici. Se qualcuno ha bisogno della scusa dell'ipnosi per compiere un reato, non la chiamerei manipolazione, ma giustificazione.

Il mio consiglio in ogni caso è di diffidare da chi, estraneo, vi si avvicina troppo, e diffidare di da personaggi che praticano ipnosi senza riconoscimenti ufficiali e un codice deontologico al quale attenersi. Fortuna vuole che a Cagliari ce ne siano veramente pochi. Ma prima di tutto, chiedetevi se non siete voi i primi a manipolare, rinfacciare, puntualizzare in famiglia. Credete forse che certe dinamiche non ve le portiate appresso anche fuori dalla famiglia?

Dott. Delogu